Il Bushido

Il praticante di arti marziali giapponesi che vuole studiare e comprendere profondamente la propria disciplina, deve prima di tutto comprendere cosa sia il “Bushido”, la via del guerriero.

Non è certo semplice spiegare il significato del Bushido, lo spirito che animò per sette secoli la vita civile e spirituale del Giappone. La sua origine risale all’epoca dell’insediamento dello shogunato Kamakura (1192). Il Bushido non è una filosofia o una religione ma un modo di vita, l’essenza stessa del Samurai giapponese. “Hana wa sakura, hito wa bushi”: “come il fiore del ciliegio è il più bello fra i fiori, così il guerriero è il più bello fra gli uomini”.

Non si può comprendere, se non si parte da questo assioma, come il Bushido sia stato così interiorizzato dai giapponesi fino a fondersi con l’ identità stessa della nazione nipponica. Con il termine “Bushido”, che significa “via del guerriero” (bushi = guerriero – do = via), si intende il codice d’onore seguito dai Samurai. Le regole sono qui di seguito riportate:

  • GI: Onestà e Giustizia. Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero samurai non ha incertezze sulla questione dell’onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

  • YU: Eroico Coraggio. Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L’eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

  • JIN: Compassione. L’intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità per essere d’aiuto ai propri simili e se l’opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una

  • REI: Gentile Cortesia. I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. La vera forza di un Samurai appare nelle situazioni di difficoltà.

  • MAKOTO: Completa Sincerità. Quando un Samurai esprime l’intenzione di compiere un’azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l’intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di “dare la parola” né di “promettere”. Parlare ed agire sono la medesima cosa.

  • MEIYO: Onore. Vi è un solo giudice dell’onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

  • CHU: Dovere e Lealtà. Per il Samurai compiere un’azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.

Secondo altra interpretazione i principi del Bushido sarebbero racchiusi nelle seguenti espressioni :

  • non ho genitori: cielo e terra sono i miei genitori;
  • non ho potere divino: la lealtà è il mio potere;
  • non ho mezzi: l’obbedienza è il mio mezzo;
  • non ho potere magico: la forza interiore è la mia magia;
  • non ho né vita né morte: l’eterno è la mia vita e la mia  morte;
  • non ho corpo: la forza è il mio corpo;
  • non ho occhi: i miei occhi sono la luce del lampo;
  • non ho orecchie: le mie orecchie sono la sensibilità;
  • non ho membra: le mie membra sono la prontezza;
  • non ho progetti: i miei progetti sono l’occasione;
  • non ho miracoli: i miei miracoli sono la legge universale;
  • no ho principi: i miei principi sono l’adattamento;
  • non ho amici: i miei amici sono il mio spirito;
  • non ho nemici: i miei nemici sono l’imprudenza;
  • non ho corazza: buona volontà e rettitudine sono la mia corazza;
  • non ho castello: lo spirito impassibile è il mio castello;
  • non ho katana: il sonno dello spirito è la mia katana.

I principi del Bushido, sotto forma di brevi aforismi, vennero messi per iscritto da Tsuramoto Tashiro che raccolse nel famoso testo “Hagakure” (che significa “all’ombra delle foglie”) le regole del monaco-samurai Yamamoto Tsunetomo (1659-1719).  Nel Bushido si trovano elementi confuciani, zenisti e scintoisti. La formazione del Samurai ideale era il risultato di varie componenti, religiose, filosofiche, sociali, che interagirono determinandone le regole da seguire.

Il Samurai doveva dimostrare impassibilità e autocontrollo in tutte le circostante e per questo si allenava per anni.

Grazie allo zen il Samurai imparava ad avere padronanza assoluta di se stesso in qualsiasi situazione. Dall’ Hagakure:

“Un soldato dovrebbe seguire internamente la via della carità ed esternamente quella del coraggio; quindi il monaco impari dal soldato il coraggio ed il soldato impari dal monaco la carità“.

Il Samurai doveva possedere: senso del dovere, senso dell’onore, lealtà, risolutezza, generosità, fermezza d’animo, magnanimità e umanità. La “via del guerriero” è quella nella quale il guerriero deve progredire incessantemente, ignorando tutto ciò che lo circonda, ignorando il proprio corpo e i propri bisogni materiali.

Egli deve superare tutti gli ostacoli che gli impediscono il raggiungimento della sua meta. Essa viene individuata nell’interiorizzazione spirituale delle regole del Bushido, la costante crescita nel nome dell’onore e del dovere. Nella cultura occidentale si tende a concepire il dovere come rivolto solo verso i superiori, invece esso, secondo la tradizione giapponese, deve essere rivolto anche e soprattutto verso gli inferiori.

Il dovere consiste nel rispetto dell’altro, l’amicizia viene esaltata : “Ichi ju no kage, ikka no nagare, mina kore tasho no en nari”: “Approfittare dell’ombra di un medesimo albero, dissetarsi alla corrente di un medesimo ruscello, è legarsi con vincolo di amicizia per ritrovarsi poi ancora nell’altro mondo”.

Oltre a ciò il Bushido determinava l’atteggiamento etico-morale dei Samurai innanzi alla morte.

Per un occidentale è difficile comprendere come un Samurai potesse aspirare alla morte e trovare in essa esaltazione. Tale operazione tuttavia appare più facile se si prendono in considerazione i concetti essenziali per l’antico Samurai Giapponese: la caducità della vita, la fedeltà assoluta al proprio Signore, la gioia nel servizio estremo.

Secondo il Bushido infatti è solo pensando continuamente alla morte che si possono conservare in sé le virtù fondamentali. Allo stesso tempo ci si protegge dai vizi, si conserva un corpo sano e si nobilita il carattere.

Sebbene alcune regole siano molto lontane dal nostro modo di intendere la vita, il Bushido è parte essenziale della cultura marziale giapponese.

Esso sarà fonte di ispirazione per i praticanti delle discipline Tradizionali che attraverso esso potranno riapprezzare valori oggi ormai dimenticati.